LA PESCA

Ormai non ci sono più dubbi: l’Italia è il Paese con il più alto tasso di faziosità al mondo.

Riesce a dividersi persino sulla pubblicità di Esselunga, quel corto andato in onda lunedì scorso dove una bambina cerca una riconciliazione dei genitori separati.

Che poi non è stato accertato se sia stata usata una “pesca noce” o quelle con “il pelo”, perché esiste il serio rischio che si possa sindacare anche su questo.

Dal momento che il filmato credo sia ormai stato visto anche dagli animali domestici, mi autorizzo a non sintetizzarne la trama.

Quello che ho osservato però è la mutazione genetica dei messaggi pubblicitari, così simile al comportamento di un virus quando si evolve, compiendo il salto di specie.

Finora il marketing ci aveva abituati a spiare dentro l’abitazione della “famiglia del Mulino Bianco”, assurta nel tempo ad archetipo, un paradigma colmo di irrealtà da renderla quasi insopportabile. 

Ma i tempi cambiano e la comunicazione, sempre attenta a cogliere le metamorfosi sociali, ha dato inizio a una nuova narrazione: racconta la disgregazione del nucleo famigliare attraverso lo sguardo di una bambina, la quale si assume una responsabilità che non dovrebbe competerle.

Se anche i bambini vengono chiamati in causa per mettere una pezza ai disastri degli adulti, significa che siamo arrivati… alla frutta. Anzi, alla pesca.

In ogni caso, questo nuovo linguaggio ha generato un immediato corto circuito, creando correnti di pensiero contrapposte e dividendo l’opinione pubblica: c’è chi sostiene che sia una pubblicità atta a colpevolizzare i genitori separati, altri che guardano al corto come un messaggio finalizzato alla tutela della famiglia tradizionale.

Lo spot è diventato persino un caso politico: come se non bastassero i provvedimenti della maggioranza per litigare con l’opposizione, in Parlamento si scontrano anche sulla pesca, intesa come frutto e non come risorsa naturale.

Che, se solo gli venisse in mente, il Ministro Lollobrigida ne sparerebbe un’altra delle sue.

Quindi l’intenzione dei responsabili marketing di questa campagna pubblicitaria era quella di fare discutere, proponendo un nuovo prototipo di famiglia? Forse lo spot è scevro da significati reconditi, ma ho la sensazione che siano stati assolutamente voluti.

Di certo c’è che del mini-film ne parlano tutti, tanto che nei giorni scorsi l’hashtag #Esselunga è schizzata nei trend topic dei social, regalando al supermercato una visibilità e un ritorno pubblicitario enormi.

Obiettivo centrato.

E chissà: se Eva avesse raccolto la pesca al posto del pomo della discordia, forse ne saremmo usciti riconciliati.

O forse no.

Informazioni su ottobiscotto

Nasco a Milano, città in cui vivo. Ho la presunzione di essere simpatica, lasciandomi anche la libertà di non esserlo. Quando ho qualcosa da dire la scrivo, ma non sempre. Mi piace fotografare la vita con le immagini e con le parole. Dipingo acquarelli.
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