L’ALTRA META’ DEL CIELO

Ieri ho guardato il Festival di Sanremo, come ogni anno; ormai è un appuntamento fisso.

Uno dei super ospiti della serata è stato Matteo Berrettini, una promessa del tennis italiano: faccia d’angelo e gambe chilometriche.

Palpabile il suo imbarazzo sul palco: e dire che è abituato al pubblico, ma probabilmente non così a suo agio senza una racchetta in mano.

Ma non è di Berrettini e del Festival di cui vorrei scrivere, ma l’ospitata del tennista è stata la scintilla che ha acceso un pensiero sul tennis e, più in generale, sullo sport al femminile e non solo.

Da pochi giorni si sono conclusi gli Australian Open e, come l’universo ormai conosce, ha trionfato Rafael Nadal, in un match durato oltre cinque ore, con una rimonta del minorchino a dir poco epica.

Onore al Campione.

Innumerevoli gli articoli dei giornalisti sportivi e, sa va san dir, anche i social si sono scatenati sull’argomento.

Ai complimenti di rito si è aggiunta anche l’esaltazione di Nadal per il raggiunto primato dei 21 Slam vinti, davanti a mostri sacri come Federer e Djokovic (quest’ultimo – se avesse giocato gli Open – avrebbe quasi certamente conquistato l’ambito primato, ma sappiamo com’è andata).

E qui casca l’asino.

Se la matematica non è un’opinione, il record degli Slam vinti è di Serena Williams – ne ha conquistati 23; a ruota segue Steffi Graf, con un palmares di 22: entrambi numeri superiori ai 21 conquistati da Nadal.

Ne deduco che il tennis femminile è un mondo a parte, uno sport di serie B – o comunque meno prestigioso di quello maschile – come quasi tutto quando si parla di donne.

E potrei citare innumerevoli altri esempi, estendendo l’attenzione anche ad altri campi: dalle “co-conduttrici” di Sanremo (ma per favore!) o dall’indecoroso spettacolo offerto dalla classe politica alle ultime elezioni del Presidente della Repubblica. Pur di accaparrarsi il consenso dei cittadini, i Grandi Elettori hanno cercato persino un nome al femminile spendibile per il ruolo, così da attestarsene la paternità (e anche lì sappiamo com’è andata).

Nel 2022 siamo ancora fermi a questo punto: qualcosa si muove sotto il cielo, ma ancora poco, male e lentamente.

Sta di fatto che le donne in posizione strategiche sono ancora una rarità.

Eppure si dice che noi donne dovremmo essere l’altra metà del cielo.

O forse, in quella metà, siamo stelle che brillano e la nostra luce fa spavento.

Informazioni su ottobiscotto

Nasco a Milano, città in cui vivo. Ho la presunzione di essere simpatica, lasciandomi anche la libertà di non esserlo. Quando ho qualcosa da dire la scrivo, ma non sempre. Mi piace fotografare la vita con le immagini e con le parole. Dipingo acquarelli.
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