La lingua più parlata nel mondo è il cinese,
ma in Italia l’idioma che sta più di tutti influenzando il nostro modo di parlare è l’inglese,
che ben si presta alla velocità dei nostri tempi, condensando un concetto in una parola o in una breve frase.
Complici di tanta diffusione sono stati i computer, la pubblicità, i social-network, i media e, non da ultima, l’economia.
Sebbene ami molto l’italiano, questo contagio lessicale non mi disturba,
anche se, mi rendo conto, è una contaminazione che non aiuta molto a conservare la nostra lingua.
Una lingua che, come tutte,
è un sistema di comunicazione in continuo cambiamento,
che con la globalizzazione sta aumentando in modo esponenziale.
Chi di questo prova fastidio… ha solo da rassegnarsi.
Basti pensare a quante volte si ricorra all’inglese per vocaboli di uso corrente.
Qualche esempio?
Ascoltiamo news e seguiamo il gossip;
Ci vestiamo fashion per aver un look ed essere trendy,
se vogliamo essere basic ci basta una t-shirt e un jeans,
mentre in occasioni più formali ci adeguiamo al dress-code che l’evento suggerisce.
Chi può permetterselo, si fa consigliare dal personal-shopper,
mentre chi non può si accontenta di fare shopping in qualche Store o all’Outlet.
Mangiamo l’hamburger nel fast-food, beviamo drink, ai briefing facciamo i coffee-break
e la sera ci si incontra per un happy-hour col finger-food.
In palestra pratichiamo spinning, step, body building o kick boxing,
mentre se prediligiamo l’attività all’aria aperta facciamo running,
ma se vogliamo provare qualche brivido in più ci dedichiamo al rafting,
allo snow-board, al surf e ad ogni altro extreme-sport.
La vita è sempre più fast, ma vorremmo che fosse slow;
le auto le vogliamo smart con tutti i comfort,
e le prestazioni devono essere al Top.
Le aziende che fanno parte della new-economy le chiamiamo start-up,
è più cool denominare la propria professione con un anglicismo
e quindi definirsi free-lance, art director o receptionist.
I social-network più diffusi sono facebook e twitter,
e se vogliamo caricare i nostri video lo facciamo su YouTube,
mentre se “postiamo” un Selfie lo facciamo su Instagram,
tanto per non essere low-profile;
viviamo connessi wi-fi con smartphone, tablet e computer,
e chi è rimasto old-style si accontenta del telefono cordless.
Al cinema vediamo film Horror, Fantasy, Thriller e B-movie, mentre in Tv guardiamo Sit-com, Serial, Reality e Talk-Show.
Nella pubblicità c’è un grande uso di slogan in inglese che ormai sono diventati dei must, come “Just do it” o “Red Passion”
e spot interpretati da testimonial, che sorridendo ci dicono “What else?” .
Potrei dilungarmi ancora, ma penso di aver reso l’idea;
in fondo:”Two gust is megli che one”!
E con questa… GAME OVER!
Cara Ottobiscotto, direi che noi Italiani, con la nostra stupenda fantasia, stiamo andando oltre,cioè siamo italianizzando i termini inglesi. Ormai i ragazzi dicono “ti lovvo”,per dire ti amo, oppure Baipassiamo qualcuno o qualcosa e ogni tanto resettiamo tutto..per non parlare ti quando tagghiamo i nostri amici e postiamo le nostre idee..e così via…
con simpatia